Una bicicletta per il campione by Pierre Marc Sire Sack

autore:Pierre Marc Sire Sack [Sack, Pierre Marc Sire]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2016-10-09T18:02:22+00:00

6

− Flip, Flip! Perché non rispondi? − urlò Ric da sotto la doccia.

Il citofono continuava il suo strillo esasperante.

− Per favore, Flip! − scongiurò Ric. − Non costringermi ad uscire per rispondere. Il portiere sa che siamo in camera. Ci ha visti salire, no?! Rispondi una buona volta!

Girò la leva del miscelatore e fermò il tiepido getto dell’acqua. Tese l’orecchio.

Gli giungevano solo gli squilli del telefono. Nessun altro segno di vita.

− E allora?! − sbuffò verso la porta, tergendosi la nuca con la mano. Gli dava fastidio lo stillicidio dei capelli sulla schiena.

Capì che avrebbe dovuto decidersi a rispondere alla insistente chiamata.

"Ma dove si sarà cacciato quel pazzoide" pensò.

Se la suoneria aveva raggiunto lui sotto la scroscio della doccia possibile che il fratello non la sentisse? Spalancò la porta e andò verso il comodino.

Alzò la cornetta:

− Hallo! − sbuffò girando intorno lo sguardo.

− Un momento per favore − raccomandò la voce nasale del centralinista.

− Faby?

− Guardi che non c’è nessuna Faby, qui! − rispose Ric seccato.

Vide la valigia di Flip aperta sul letto: vi regnava un vero caos. La sua inseparabile maxi ventiquattrore era sul pavimento anch’essa aperta.

Notò che mancavano alcuni obiettivi speciali e il treppiede della Nikon.

− Non risponde Grimaldi? − insistette la voce maschile all’altro capo del filo.

− Sicuro, sono Grimaldi − fece Ric. − Ma ha sbagliato ugualmente!

L’interlocutore osservò un attimo di silenzio, evidentemente imbarazzato. Poi incominciò un discorso di scuse che smorzò l’indisponenza di Ric.

− Però posso rendermi egualmente utile − aggiunse raddolcendo il tono della voce.

Una risata alle spalle lo bloccò. Si voltò di scatto e indirizzo una smorfia a Flip apparso in quel momento sulla porta del balcone.

− Mi scusi un attimo − disse nel citofono − devo mettere giù un momento.

Sottovoce si rivolse al fratello.

− Ma da dove sbuchi? Non sentivi il citofono?

− Chi è all’apparecchio? − chiese Flip con noncuranza.

− Non lo so. È un tipo che conosce Faby.

− E la cerca qui?

− Non gliel’ho suggerito io!

Flip, al solito, si strinse nelle spalle e cambiò disinvoltamente discorso:

− Ho scattato delle foto ineguagliabili. Non vedo l’ora di svilupparle. Roba da far schiattare di rabbia il più quotato re dell’obiettivo.

Ric sospirò e tornò a parlare al citofono:

− Scusi l’interruzione. Che cosa stavo dicendo?

− Che poteva rendersi utile...

− Già. Ecco, volevo dire che Faby, se è Faby Grimaldi che cerca, la conosco... sono suo cugino.

− Flip o Ric?

− Ric. Sono Ric, mi conosce?

− Di fama!

Il ragazzo restò qualche attimo assorto. Poi si schiarì la voce e riattaccò:

− Di fama? Questa poi... ehmm... questa sì che è un’esagerazione. E... non vuol dirmi chi è lei?

− Penso che possiamo darci del tu. Siamo pressappoco coetanei. Sono un amico di Faby. Mi ha parlato molto di voi. Sapevo che venivate a Roma per i campionati. Il caso mi ha messo sulla vostra strada e...

− Non vuoi salire? − lo interruppe Ric. − A dirti la verità mi hai strappato da sotto la doccia e sto gocciolando sulla moquette come uno straccio bagnato. Così ci conosciamo di persona. C’è anche Flip.

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